Now and Then: un clamoroso caso di archeologia musicale

Giovedì 2 novembre 2023 è uscita quella che dovrebbe essere l’«ultima» (in tutti i sensi, a quanto pare) canzone inedita dei Beatles: «Now and Then».

L’aspetto che ha destato molto clamore in questa operazione artistico-pop-commerciale, è stato il supporto fondamentale dell’«intelligenza artificiale» nella produzione del pezzo.

Animazione dal video ufficiale di Now and Then dei Beatles con logo ilRicky

Peter Jackson, il noto regista, già showrunner della mini-docuserie «Get Back», è riuscito infatti a compiere una clamorosa opera di archeologia musicale.
Con la sua spazzola caricata a machine learning, è riuscito a togliere tutta la sporcizia, i sedimenti e le incrostazioni da quella registrazione su cassetta molto artigianale ed estremamente «lo-fi», isolando e ricostruendo la traccia audio vocale di John Lennon.

[In realtà esistono sul mercato diversi tool basati sull’«AI» che permettono di ottenere quei risultati; impossibili ai tempi delle prime registrazioni del pezzo].

Dopodiché è stata assemblata e completata quella che qualcuno ha definito una «canzone Frankenstein»: voce di John Lennon (1977); voci di Paul McCartney e Ringo Starr (2022); armonie vocali di Lennon e McCartney (e di George Harrison del 1966-69); chitarre di George Harrison (1995); basso, chitarra e piano suonati da McCartney e batteria da Ringo Starr (2022); archi registrati da musicisti di Los Angeles (inconsapevoli che si trattasse di un brano dei Beatles o di John Lennon) e arrangiati da Giles Martin (figlio del mitico produttore e arrangiatore dei Fab Four).

E su questo aspetto non trovo niente di così mostruosamente scandaloso: il fatto che i componenti di una band non siano tutti contemporaneamente presenti durante la registrazione, non mi sembra una grande novità; neanche per gli stessi Beatles.

Risposte ai 3 principali dubbi sull’operazione «Now and Then»…

È una canzone dei Beatles?

Secondo me sì: il materiale intellettuale e organico di partenza appartiene a John Lennon e agli altri tre Beatles.

È un uso intelligente e di valore dell’intelligenza artificiale?

Ancora sì: la tecnologia è riuscita a rendere possibili un’idea e un processo artistico che hanno portato ad un risultato di un certo livello.
Sicuramente un effetto differente da quello di alcune cringiate senza senso ascoltate di recente (tipo «Creep» dei Radiohead con la voce artificiale di Frank Sinatra o la copia di Freddy Mercury che copia Celine Dion…).

John Lennon avrebbe approvato?

Sul demo-tape consegnato da Yōko Ono a McCartney nel ’94, Lennon aveva scritto «per Paul».
Inoltre, personalmente ho sempre visto i Beatles come una b(r)and aperta alle sperimentazioni innovative.

E poi, pare che le ultime parole di Lennon a McCartney furono proprio: «think about me every now and then, old friend».

P.S. L’unica cosa che, come direbbe mia figlia, mi cringia, in tutta questa cosa, è quel video ufficiale con l’avatar di John Lennon che fa le mosse…

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Crea un sito o un blog gratuito su WordPress.com.

Su ↑